Lo sapevi che le tue ceramiche “per alimenti” potrebbero essere tossiche?
Quante volte alle bancarelle della festa del paese, ai mercatini quando sei in vacanza o su internet ti è capitato di acquistare una mug, un piatto, un set di tazzine in ceramica o altri oggetti che possono essere utilizzati per alimenti?
Hai mai dato un’occhiata sul fondo dell’oggetto per vedere se ci sono dei simboli e quali?
Si perché la ceramica, come il vetro e altri materiali per alimenti, soprattutto quando presenta delle decorazioni, deve essere certificata attraverso dei simboli che ne garantiscono l’uso per alimenti, come questi:
Questa è una procedura obbligatoria per chi produce ceramiche per alimenti decorate sia a mano che attraverso tecniche digitali o industriali, eppure nella maggior parte dei casi i souvenir o i gadget in ceramica, ahimè, non sono a norma!
Ciò vuol dire che l’oggetto in ceramica “per alimenti” non è stato sottoposto, dopo la decorazione, ad un adeguato ciclo di cottura che attraverso l’ultimo dei processi e cioè quello di vetrificazione, lo rende a norma e sicuro per la nostra salute.
Il ciclo di cottura infatti dura molte ore e la vetrificazione è fondamentale per evitare che l’alimento solido o liquido entri i contatto con gli smalti usati per la decorazione, che tra l’altro devono anch’essi essere privi di piombo nel rispetto delle normative vigenti.
Le temperature in genere vanno ben oltre i 1000° gradi sia per la struttura stessa che il prodotto in ceramica deve avere sia per la vetrificazione.
Ma questo non tutti possono farlo perché servono forni professionali che hanno un costo importante e che utilizzano soprattutto gli artigiani tornianti o ceramisti che producono l’oggetto stesso.
Mentre chi si limita a decorare e commercializzare gadget o souvenir usa forni più piccoli che costano molto meno perché raggiungono temperature decisamente più basse e per questo non permettono alla decorazione di passare al di sotto della vetrificazione, lasciandola in superficie e a contatto con gli alimenti.
La conoscenza di queste dinamiche fisiche e chimiche è imprescindibile per chi è in procinto di lavorare o commercializzare la ceramica: significa avere ben chiaro in mente quale risultato finale si vuole ottenere, se un oggetto d’arredo o un prodotto per alimenti.
I piatti in maiolica di PIT-POP infatti, pur essendo decorativi e non da portata sono adatti ad uso alimentare e realizzati con materie prime, smalti e colori apiombici nel rispetto delle direttive CE.
Sono prodotti, smaltati e decorati in maniera artigianale e coniugano l’abilità dell’artigiano torniante con le moderne tecnologie digitali.
In particolare, l’applicazione del disegno avviene attraverso decalcomania digitale. Sono 100% Made in Italy.
Tutto questo spiega di conseguenza anche i costi tra un prodotto da bancarella e un prodotto d’eccellenza.
E tu? Stai usando a casa una mug, un piatto “per alimenti” privi di questi simboli?
Allora non ti diciamo di cestinarli, specie se hanno un valore per te, magari puoi usare la mug come portapenne e il piatto come svuotatasche, ma non di certo per bere un tè o per mangiare gli spaghetti!
A tutto Pop!
Antonella e Rino